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Troiani nel Mondo Omaggio a Troia sulla scia di Monicelli
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Omaggio a Troia sulla scia di Monicelli

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Troiani nel Mondo - Troiani nel Mondo
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Sono un piccolo autore tarantino. Particolari legami affettivi, da qualche anno, mi hanno portato a conoscenza di questa cittadina. Non conoscevo Troia prima d’allora se non dai libri di storia dell’arte per l’importanza architettonica della cattedrale.

Ho quindi avuto la fortuna di visitarla e, in qualche modo, di viverla; di approfondire e conoscere, se pur in parte, quanto di bello è custodito in questa terra.

Ed è per questo che, scomodando Monicelli (spero non me ne voglia da lassù), ho voluto buttar giù qualche rigo per omaggiare Troia.

 - “..E poi è vero, oggi non mi va di star solo. Ci vorrebbe qualcuno con cui ridere, parlare.. un amico. Ecco. Gli amici. Quelli si. Ho proprio una gran voglia di vederli, di star con loro… A quest’ora dormono tutti però almeno uno lo becco…” da Amici miei Atto I

Amici miei. Passo a prendervi per far con voi un’altra “zingarata”. Una zingarata diversa dalle altre; ci lasceremo trasportare da una delle tante bellezze pugliesi: conosceremo Troia.

Saremo sicuri di essere lì quando vedremo il simbolo dell’energia alternativa: le pale eoliche. Saliremo lungo il viale principale che si estende per tutta la cittadina. Rimarrete anche voi incantati dalla bellezza della cattedrale, espressione alta dello stile romanico: unico quel rosone!

E ancora cammineremo. Non vi dico la meraviglia nel veder coi vostri occhi la bellezza medioevale dei vicoli della cittadina. Magari ci fermeremo in un’osteria per gustare dell’ottimo Nero di Troia dal sapore inconfondibile che, son certo, tra tante zingarate non abbiamo mai gustato. Trarremo un tranello al Necchi per fargli pagare il conto, cosi, per ridere un po’ tra un bicchiere e l’altro.

Fortuna vuole che la Pasqua è vicina e se ci fermeremo qualche giorno in più potremo assistere alla tradizionale cerimonia del “Bacio” tra il Salvatore e l’Addolorata: non potete immaginare l’emozione che si prova tra il silenzio iniziale e la gioia finale dopo il Bacio tra i due Santi.

E son certo di una cosa Amici miei: questa giornata rimarrà impressa in tutti noi tanto quanto la bellezza della città di Troia. –

 


Francesco Buia
"Oltre le stagioni del tempo"

Ogni poesia è misteriosa - scriveva Borges - nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere. E tanto più misteriose devono essere le ragioni che spingono un giovane, in un tempo - il nostro - apparentemente così avaro di riflessione e di ricerca di senso, ad accostarsi alla poesia, trovando in essa una chiave interpretativa della realtà. Un’impresa ardua, senza dubbio insolita, e direi più che coraggiosa, che non può che suscitare ammirazione, e, devo ammetterlo, anche curiosità. Curiosità per un mondo interiore ricchissimo, che ha scelto il verso come mezzo espressivo, per un ragazzo poco più che ventenne che si fa “commentatore e interprete di se stesso”, in una sorta di originale “Zibaldone” in cui raccoglie pensieri, note esplicative, suggerimenti rivolti al lettore. Come esplicitamente dichiarato nella Presentazione, la produzione poetica di Buia si concentra su tre tra i più grandi temi che da sempre hanno ispirato versi: il tempo, il silenzio e l’amore. Ciascuno dei tre topoi appare tuttavia personalmente declinato con sfumature non di rado suggestive e, in qualche caso, nuove. E’ il caso, ad esempio, del “tempo”, inteso come un fluire incessante e inafferrabile, nel quale passato, presente e futuro si fondono e si ritrovano, e i momenti dell’esistenza si dipanano inquietanti in una sola indefinibile “stagione”: è allora che il rimpianto per la beata inconsapevolezza dell’infanzia si proietta nella coscienza adulta dell’ossimorica “eternità del tempo limitato”.

 

 

 

 

 


 

 

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