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Quentin Tarantino

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Inizio questa rubrica parlandovi di un regista che va al di là della semplice stesura di uno script, o di un soggetto: Quentin Tarantino. Tarantino è uno di quei registi che o si ama o si odia: non puoi scegliere, il suo cinema è una pura ed eterna citazione alle pellicole che hanno contraddistinto la storia del cinema, dai polizieschi allo spaghetti western, per passare dal trash italiano, quello di Banfi & co. al cinema orientale, è un continuo susseguirsi di riferimenti cinematografici, che può apprezzare soltanto chi ama veramente la settima arte, chi ha veramente capito come va seguita, come ne va apprezzata la sua essenza.

Quentin Jerome Tarantino nasce nel Tennesse, annata ’63, la sua passione cinematografica lo “perseguita” sin da bambino, scrivendo, a soli 14 anni, la sua prima sceneggiatura! Sembrerà strano, ma la sua vocazione di regista/sceneggiatore la ebbe quando iniziò a lavorare presso una videoteca in California, divorandosi letteralmente tutte le pellicole di quel negozio, e ha sempre specificato che «Non sono diventato un cinefilo perché lavoravo lì, ma, al contrario, mi hanno preso a lavorare in quel posto perché ero molto appassionato di cinema». Poco dopo si iscrisse all’ Actors' Shelter di Allen Garfield, a Beverly Hills, dove proseguì i suoi studi per diventare sceneggiatore.

Il suo esordio cinematografico risale al 1991, quando ad un party incontrò il produttore Lawrence Bender, il quale, colpito dai suoi precedenti script (sceneggiature), lo invoglia e lo finanzia per scrivere e dirigere quella che è stata una pellicola la quale ancora oggi riecheggia nelle menti di tutti, il suo titolo è Le Iene, diretto, pungente, un accumulo di tensione, ironia, sangue: non c’è via di scampo, Tarantino con Le Iene ha dato il via al suo cinema, una spanna al di sopra delle semplici pellicole da intrattenimento, un pugno allo stomaco che ti coinvolge nella sua breve ma intensa durata. Con Le Iene Tarantino ha creato non solo un cult, ma una vera e propria mania, il modo di vestire, il modo di porsi e di parlare, adottato anche da una famosa trasmissione italiana, le iene, appunto. Le interpretazioni di Tim Roth (La leggenda del pianista sull’oceano, Funny games), Harwey Keytel (Mean strets, Il gatto nero) Michael Madsen (The Doors, Thelma & louise) e dello stesso Tarantino sono ancora oggi sinonimo di alta scuola cinematografica. Non voglio dilungarmi più di tanto, in quanto questa è una pellicola che va vista, e per i pochi che ancora non l’hanno fatto, il mio consiglio è di iniziare il vostro cammino cinematografico con Quentin Tarantino e le sue Iene, e vedrete come ogni inquadratura, ogni dialogo, ogni citazione diverrà un emozione indelebile nella vostra menti.

Buona visione.

 

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