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RdA Articoli 2015

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Luglio 2015
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La notte di san Lorenzo a Troia per il Rosone d’Argento

A Troia torna il fermento in attesa della notte di San Lorenzo e dell’ormai appuntamento col "Rosone d'Argento". Lunedì 10 agosto, a partire dalle ore 20:30, nella suggestiva piazza Episcopio si svolgerà la manifestazione che, secondo una formula consolidata, oltre a mantenere vivi i legami con i troiani di seconda e terza generazione, celebra i personaggi che hanno dato lustro all'intera Comunità. Anche quest'anno un comitato ha avuto il compito di valutare i curricula dei candidati attraverso il loro percorso lavorativo, politico, artistico o culturale e selezionarne alcuni a cui assegnare l'ambito riconoscimento che consiste in un Rosone d'Argento cesellato a mano, firmato dall'artista troiano Aldo Cibelli. La manifestazione è organizzata dalla redazione del periodico "Aria di Troia e del Preappennino", con la collaborazione del Circolo Privato “Antonio Salandra”. Nel corso della serata è prevista la partecipazione straordinaria del M° Nicola Marasco e della soprana Raffaella Rita Palumbo, nonché la performance del complesso “Ecuba” e di Enzo De Santis. Il premio "Rosone d'Argento 2015" verrà conferito: al rag. Lorenzo Bonghi, già sindaco di Troia, per l’impegno politico ed amministrativo; alla dott.ssa Marika Borrelli, giornalista e scrittrice, per l’impegno nel campo culturale e giornalistico; al dott. Giovanni Lo Storto, direttore generale della LUISS, per l’impegno culturale universitario e amministrativo ; alla memoria del presentatore televisivo Geppo Piantanida, volto storico di Telefoggia e del Rosone d'Argento, per l'impegno nel campo della cultura e dello spettacolo.Presenterà Antonio V. Gelormini, giornalista di AffarItaliani.it, con i giornalisti Marisa Donnini e Piergiorgio Aquilino, specificatamente direttore e redattore della testata “Aria di Troia”. A metà serata, sarà reso omaggio al concittadino ed onorevole Antonio Salandra, primo ministro dal 1914 al 1916, che il 23 maggio 1915 proclamò guerra all’impero austroungarico e portò l’Italia ad entrare nella Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il centenario. In regia: Armando Zurlo, Mario Rosario Donnini e Gino Rotondo.

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I “Rosoni d’Argento 2015” tornano ad Itaca

Zelig ha premiato l’impegno dei troiani e del direttore LUISS Lo Storto

La magia delle stelle nella notte di San Lorenzo non è venuta meno neppure quest’anno, nonostante l’improvviso temporale pomeridiano che non ha fermato però la nave dei premiati “Rosone d’Argento 2015” in ritorno verso la loro amata “Itaca”: Troia è diventata così, come in ogni anno e tradizionalmente ormai nella notte del 10 agosto, centro e polo culturale di tutta la Daunia. Condizioni climatiche avverse quest’anno hanno dirottato l’interminabile folla che gremiva nelle edizioni passate piazza Episcopio e piazza Giovanni XXIII verso il cine-teatro Pidocchietto, location troppo angusta per accogliere una manifestazione di quel calibro e tutti quegli invitati. Tre ore di pieno coinvolgimento, animate da ricordi, emozioni, interviste, esecuzioni canore, premiazioni, sketch di vario genere, omaggi: questo è il Rosone d’Argento! Una manifestazione portata avanti dall’avv. Mario Tredanari, presidente del comitato organizzatore, che vuol premiare coloro i quali si sono distinti nei vari ambiti, dalla politica alla religione, dalla cultura allo sport, dal campo musicale a quello artistico. Presentata dal giornalista Antonio Gelormini (AffarItaliani.it) con la collaborazione dei giornalisti Piergiorgio Aquilino e Marisa Donnini, della testata organizzatrice nonché associazione culturale “Aria di Troia”, la serata si è aperta con il ricordo di Geppo Piantanida, volto storico di TeleFoggia, troiano di adozione, nonché presentatore delle scorse edizioni. Alla sua memoria, nominata dall’on.le Gianni Mongiello, il primo premio 2015, per il suo impegno nel campo della cultura e dello spettacolo. Un duo eccezionale composto da Raffaella Rita Palumbo, soprana, e il maestro Nicola Marasco ha fatto da cornice a tutta la serata, con l’esecuzione di brani lirici e popolari. Un vero ritorno ad “Itaca” è stato quello dei due seguenti premiati: la simpaticissima scrittrice Marika Borrelli, per il suo impegno nel campo culturale e del giornalismo, e il dott. Giovanni Lo Storto, direttore generale della LUISS “Guido Carli”, per la sua attività culturale, universitaria ed amministrativa. Due “Rosoni” conferiti a due concittadini illustri, “partiti dal nulla”, distintisi per il loro singolare impegno a favore della promozione del nome della Città di Troia. Tra l’una e l’altro, è stato così omaggiato anche il concittadino ed onorevole Antonio Salandra, nel centesimo anniversario dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra. Ricordato Salandra che il 24 maggio, primo ministro del Re, dichiarò guerra all’impero austro-ungarico, così come i suoi cinquantacinque compaesani troiani che per quella guerra dettero eroicamente la vita. Il momento tanto atteso è arrivato a metà serata, con la partecipazione di Gianluca De Angelis della trasmissione televisiva “Zelig”, ospite d’eccezione dell’evento, che proprio su quel palco si è riscoperto anche lui “oriundo” troiano. Tre quarti d’ora di sano divertimento, cominciati con un’intervista, quasi un “botta-risposta” con il presentatore Gelormini, per poi concludersi col suo sketch “Intercettazioni telefoniche”. L’ultimo ambìto premio, come da consuetudine, è stato conferito ad un sindaco della Città per il suo impegno nel campo politico-amministrativo: quest’anno al rag. Lorenzo Bonghi, per due mandati primo cittadino di Troia. Giunta mezzanotte, ogni nuvola ha abbandonato il cielo, per far continuare a sognare tutti gli ospiti della stellare manifestazione che, sul finire con l’Inno d’Italia, ha dato appuntamento alla prossima edizione 2016.

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Il Rosone d’Argento lo dedico a lui

A seguirmi sui social succede che le situazioni, i fatti e le notizie di cui scrivo arrivino a singhiozzo. Così, avrei deciso di raccontare cosa c’entri Itaca e a cosa si riferiscono le foto di me sorridente tra fiori e gentiluomini, apparse sul mio profilo negli scorsi giorni. É successo che il 10 agosto (San Lorenzo, una sorta di crocevia del Fato per la sottoscritta), a Troia, il paesello di nascita di mio padre e di tutti i miei avi (prima che la stirpe se ne scendesse dalla Val di Sangro), in quel di Daunia, chi vi scrive sia stata insignita di un premio alla carriera, una sorta di premio ‘ai Troiani che contano nel Mondo’, ovverosia ai Troiani di discendenza diretta che si sono distinti fuori regione. Questa cosa implica innanzitutto che non riceverò mai e poi mai un premio simile in Irpinia.

Anyway.

A Troia, l’antica Aikài (o Eikài, Aecae, fondata nella leggenda nientepocodimenoche dallo stesso Diomede!) –  popolata a strati da Normanni e Svevi (e un po’ di Saraceni), con altri paesi dauni, serbatoio dei miliziani di Federico, i temuti Terrazzani – da più di cinque lustri si tiene un evento collegato alla consegna del Rosone d’Argento. Dovete sapere che Troia è stata sede di diocesi e annovera più di una decina di chiese e due seminari (questi chiusi da anni). É stata sede di ben quattro Concili (ben narrati in “I Concili di Troia” di Piergiorgio Aquilino, C. Grenzi Editore, in un tomo curatissimo, con foto e fonti) ed è sede di una Cattedrale molto famosa, il cui rosone asimmetrico venne immortalato nell’ultimo conio della banconota da cinquemila lire. (Se volete conoscere di più di questo importante Paese, il quale – al di là della banalità del facile doppiosenso – ha contato molto nella Storia del Mezzogiorno d’Italia, potete leggere un altro testo ben edito, molto raffinato, che è storia/documentario ed anche romanzo, “Episcopivs Troianvs” di Antonio Gelormini, Gelsorosso Editore. Gelormini è stato anche il presentatore della serata, lo vedete in foto in abito chiaro.) Dicevamo, a Troia vivono tutti i miei parenti di linea paterna e buona parte dei miei cugini, risparmiati dalla diaspora degli expat per lavoro. A Troia c’è ancora il Palazzo patronale dei Borrelli, costruito dai miei ascendenti oltre un secolo fa. A Troia sono rimasti i miei ricordi d’infanzia e di prima adolescenza, fin quando, cioè, mio padre è riuscito ancora a trascinarmi lì d’estate e nelle feste comandate. (Ora, invece, ci torno spontaneamente. Spero mio padre – ovunque egli sia – apprezzi.) A Troia, nella casa di famiglia, si è conservato tutto com’era con mio nonno: i mobili intarsiati di Cantù del matrimonio di mia nonna Consiglia, l’orologio a pendolo, alcuni pavimenti grecati, il “soppigno” dove si conservano i dolci e le pèttole a Natale, la Croce di Cavaliere di nonno Giuseppe, la foto del bisnonno con Badoglio a Fiuggi. Troia era comunque il preludio e il termine delle nostre vacanze sul Gargano ed è stato il paesello che ci accolse dopo il sisma del 1980 ed è soprattutto per questo ultimo aspetto che è diventata il simbolo del futuro che da adolescente sognavo. A Troia ho ancora alcuni amici di quel periodo, come il ‘musicista’ Vincenzo Manna (chi ha letto il mio “Amore 3.0″ sa di chi e di cosa parlo). A Troia, in occasione del Premio, ho ritrovato anche gli amici di mio padre, amici della sua adolescenza, con i quali sognava il suo futuro. Ecco perché Troia era un’Itaca per lui e poi lo è diventata anche per me. Ho conosciuto e riconosciuto famiglie e cognomi che riempivano il nostro lessico famigliare, personaggi di tutti i racconti e delle memorie di mio padre. Più di quanto non fosse accaduto durante la mia primissima giovinezza (ora sto alla terza fase della mia giovinezza, sappiatelo), ho ritessuto una trama di conoscenze, amicizie, parentele e ricordi. É una bellissima sensazione avere le proprie radici altrove e ritrovarle ogni tanto mi fa sentire più ricca e cosmopolita (tenete presente che mia madre è di Greci, ovverosia una discendente dei soldati dello schiptaro Giorgio Castriota Skanderberg: l’Irpinia per noi è solo un domicilio). Ho alloggiato in un B&B nelle viuzze troiane che guardano a sud, vicoli che generano torrentelli durante la pioggia i quali puliscono la Città. Infatti, Troia è molto pulita. É un bel borgo antico, insignito pure di riconoscimenti. Cura senz’altro il turismo più di quanto non succeda in Irpinia (e nella stessa sciatta Avellino), semplicemente essendo così, senza inventarsi troppo, senza smostrarsi troppo. Ho pranzato con amici in una trattoria e quando ho riassaporato le ‘polpette di pane’ un risucchio temporale mi ha riportato a casa di nonna. Ho trattenuto una lacrima a stento. Chiamano ‘chiazza’ (piazza) quello che è invece un lungo Corso principale e in questa ‘piazza’ ho avuto l’opportunità di provare un’assoluta novità, un dolce di nuova concezione (’la risposta pugliese alla cassata siciliana’ cita il claim), la Passionata della Pasticceria Casoli, affianco alla Cattedrale. Varrebbe sicuramente la pena viaggiare i 90 kilometri (via autostrada) da Avellino già solo per schiacciare sotto il palato questo trionfo di mantecatura di tre tipi di ricotta aromatizzata che nascondono un cuoricino di pan di spagna, il tutto ricoperto da un velo sottilissimo di pasta di zucchero colorata. Il paesaggio è quello che è, un mare dai colori cangianti: nero in autunno, bianco d’inverno, verde in primavera e oro d’estate. Il grano è la magia di tutto, anche – ovviamente – della ricchezza. Antropologicamente non saprei descrivere difetti che non appartengano a tanta Italia, tuttavia c’è sicuramente qualcosa di diverso, un collante che continua a tenere tutto assieme: gente, luoghi, storia, orgoglio. L’orgoglio delle origini è l’energia inesauribile che l’Avvocato Mario Tredanari (in foto in abito scuro) infonde annualmente nella manifestazione, nonché nelle attività del Circolo “Antonio Salandra”, di cui i miei avi sono stati anche i soci fondatori. (By the way, uno zio di mio padre corse per la Scuderia AlfaRomeo, partecipò anche alle Mille Miglia e alla Targa Florio, fu compagno di Tazio Nuvolari.) Salandra fu Presidente del Consiglio del Regno d’Italia per un paio di anni (1914-16). Salandra e Aldo Moro sono stati gli unici due Premier pugliesi. Così, la sera di San Lorenzo, sotto la minaccia di altra pioggia incombente, al cine-teatro “Pidocchietto” (nome strano per una bella struttura) si è svolta la premiazione. Con me sono stati premiati il Direttore della LUISS, Giovanni Lo Storto, ed un ex Sindaco di Troia,Lorenzo Bonghi. Di un Rosone d’Argento alla memoria è stata insignito anche Geppo Piantanida, showman amatissimo in quelle contrade e – come ho potuto scoprire – talentuoso e poliedrico giornalista. Anche il comico di Zelig, Gianluca De Angelis ha radici (un po’ allentate, però) a Troia. Ci ha regalato qualche minuto di allegria con un suo sketch. Sul palco mi sono sentita a casa mia (in genere mi sento sempre a casa mia quando mi trovo su di un palco). Ho avuto applausi, una dedica, una targa, una pergamena, un mazzo di rose e fiori, un baciamano, un’intervista e ancora mille e mille ricordi dalle persone che hanno voluto stringermi la mano in ricordo di mio padre. Tornerò ancora a Troia, ... ops … ad Itaca. Mio padre, ha vinto lui.

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