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La settimana biblica diocesana

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Ottobre 2018
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dal 7 al 14 ottobre 2018,

Il vescovo alla santa Chiesa di Lucera-Troia

  • Non solamente l’omelia deve alimentarsi della Parola di Dio. Tutta l’evangelizzazione è fondata su di essa, ascoltata, meditata, vissuta, celebrata e testimoniata. La Sacra Scrittura è fonte dell’evangelizzazione. Pertanto, bisogna formarsi continuamente all’ascolto della Parola. La Chiesa non evangelizza se non si lascia continuamente evangelizzare. È indispensabile che la Parola di Dio «diventi sempre più il cuore di ogni attività ecclesiale». La Parola di Dio ascoltata e celebrata, soprattutto nell’Eucaristia, alimenta e rafforza interiormente i cristiani e li rende capaci di un’autentica testimonianza evangelica nella vita quotidiana. Abbiamo ormai superato quella vecchia contrapposizione tra Parola e Sacramento. La Parola proclamata, viva ed efficace, prepara la recezione del Sacramento, e nel Sacramento tale Parola raggiunge la sua massima efficacia.

Lo studio della Sacra Scrittura dev’essere una porta aperta a tutti i credenti. È fondamentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede. L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria. Noi non cerchiamo brancolando nel buio, né dobbiamo attendere che Dio ci rivolga la parola, perché realmente «Dio ha parlato, non è più il grande sconosciuto, ma ha mostrato se stesso». Accogliamo il sublime tesoro della Parola rivelata.

(Francesco, Evangelii gaudium, 174-175)

  • La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio» (Eb 4,12), «che ha il potere di edificare e dare l'eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr. 1Ts 2,13).

(Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 21)

Con queste “lunghe” citazioni presento la Settimana biblica di quest’anno 2018, dedicata all’opera lucana (Vangelo e Atti) in previsione dell’approccio evangelico previsto per il prossimo anno liturgico.

La sacra Scrittura deve occupare il posto centrale nella vita dei credenti e nella pastorale della Chiesa. Alle Scritture sante, infatti, spetta il primato metodologico, sia spirituale che teologico-pastorale, perché dalla Parola di Dio parte, ritorna e riparte il dipanarsi della vita credente di ciascun cristiano e delle varie comunità ecclesiali.

Raccomando, con particolare insistenza, la proposta e la partecipazione alla prossima Settimana biblica da parte dei sacerdoti, dei diaconi permanenti, dei consacrati e delle consacrate, dei laici impegnati nella pastorale e nella evangelizzazione.

È ovvio che La Settimana ha la priorità su ogni altra attività o iniziativa, sia diocesana che locale o parrocchiale.

A ben vederci, dunque, per questo appuntamento che vuole essere di inizio dell’anno pastorale a noi donato dalla divina Provvidenza.

“A voi grazia e pace in abbondanza” (1Pt 1,2).

+ Giuseppe Giuliano,

vescovo di Lucera-Troia

 

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