Tre donne giramondo alla ricerca del luogo perfetto: Celle di San Vito

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News - Giugno 2016
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Un ex convento si trasforma in una residenza artistica temporanea

“Viaggiando a lungo in giro per il mondo mi sono accorta che in molti, soprattutto provenienti da grandi città, hanno bisogno di un luogo tranquillo e un po’ fuori dal comune per avere la giusta ispirazione per trasformare i propri sogni in realtà”. In questi termini Carolina Bernarders descrive la sua creatura: Open Oca, un’iniziativa che promuove la nascita di residenze artistiche temporanee in diversi Paesi, con l’obiettivo di fomentare sogni, progetti e idee. Il suo accento portoghese lascia trasparire l’emozione e l’orgoglio di aver messo su dal nulla una realtà che più che un luogo fisico, è una vera e propria rete di persone che sognano. Negli ultimi tre anni Carolina, raccogliendo le dichiarazioni di tante persone in un quaderno da lei definito “Il Libro dei Sogni”, si è accorta che tutti coloro che desiderano dipingere un’opera, disegnare, fotografare, scrivere un libro o un racconto, vorrebbero risiedere in un luogo ispiratore, rallentare il ritmo della vita quotidiana ed avere la tranquillità necessaria per lavorare ai propri progetti, magari entrando in contatto con altra gente che condivide gli stessi ideali. Da lì la caccia alla residenza che faceva per lei. La scintilla è scoccata quando dal suo amico e compagno di viaggi Matteo Tangi è venuta a conoscenza dell’esistenza di un antico palazzo costruito più di mille anni fa a Celle di San Vito, il più piccolo comune della Puglia, a 750 m di altezza: un ex convento, oggi proprietà dello zio di Matteo, Don Michele Tangi, che ha permesso a Carolina ed alle sue due socie Priscila Cotta e Vanja Sao Jose di farla propria, trasformandola in un ambiente pronto ad accogliere i partecipanti per due mesi, fino al 18 luglio. “Celle di San Vito è il luogo perfetto per il nostro progetto – continua Bernardes – perché oltre ad essere un ambiente stimolante dal punto di vista naturalistico, ha una lunga storia alle spalle, che emerge da ogni pietra del paese, ed una cultura unica nel suo genere: quella Franco-provenzale, che può essere per tutti i partecipanti e per noi stesse, desiderose di conoscere le particolarità di ogni paese, opportunità di crescita e confronto”. Ed è proprio durante uno di questi viaggi in giro per il mondo che le tre brasiliane si sono conosciute: accomunate dalla passione per il giornalismo, per i progetti sociali, le pubbliche relazioni e le comunicazioni digitali, Carolina, Priscila e Vanja non ci hanno messo poi molto a stringere amicizia e gettarsi a capofitto nel progetto di Carolina che ormai stava diventando sempre più un sogno comune. Open Oca è un progetto Open Source, sperimentale, gestito da volontari, che offre alla comunità locale che lo ospita ed ai partecipanti la possibilità di interagire con realtà diverse dalla propria, come per esempio, nel caso specifico di Celle, con la cultura franco-provenzale, anche grazie alla presenza in loco di uno dei massimi conoscitori di tale lingua e cultura, nonché presidente dell’associazione culturale franco-provenzale di Puglia in Piemonte, Silvano Tangi. In modo particolare, la residenza del piccolo borgo dei Monti Dauni offre due tipi di sistemazione: stanze con letti in comune o due appartamenti separati. Inoltre sono previsti quattro spazi di lavoro: due collettivi e due individuali ed una biblioteca in comune.  “Quella di Celle è solo la prima edizione di Open Oca – conclude Carolina – ma noi non intendiamo fermarci: è già in programma, infatti, la costruzione temporanea di altre Open Ocas in paesi d’Asia e Africa. Anche noi avevamo messo in elenco nel famoso quadernino il nostro sogno: finalmente oggi lo abbiamo realizzato”.

L.G.


“Viaggiando a lungo in giro per il mondo mi sono accorta che in molti, soprattutto provenienti da grandi città, hanno bisogno di un luogo tranquillo e un po’ fuori dal comune per avere la giusta ispirazione per trasformare i propri sogni in realtà”. In questi termini Carolina Bernarders descrive la sua creatura: Open Oca, un’iniziativa che promuove la nascita di residenze artistiche temporanee in diversi Paesi, con l’obiettivo di fomentare sogni, progetti e idee. Il suo accento portoghese lascia trasparire l’emozione e l’orgoglio di aver messo su dal nulla una realtà che più che un luogo fisico, è una vera e propria rete di persone che sognano. Negli ultimi tre anni Carolina, raccogliendo le dichiarazioni di tante persone in un quaderno da lei definito “Il Libro dei Sogni”, si è accorta che tutti coloro che desiderano dipingere un’opera, disegnare, fotografare, scrivere un libro o un racconto, vorrebbero risiedere in un luogo ispiratore, rallentare il ritmo della vita quotidiana ed avere la tranquillità necessaria per lavorare ai propri progetti, magari entrando in contatto con altra gente che condivide gli stessi ideali. Da lì la caccia alla residenza che faceva per lei. La scintilla è scoccata quando dal suo amico e compagno di viaggi Matteo Tangi è venuta a conoscenza dell’esistenza di un antico palazzo costruito più di mille anni fa a Celle di San Vito, il più piccolo comune della Puglia, a 750 m di altezza: un ex convento, oggi proprietà dello zio di Matteo, Don Michele Tangi, che ha permesso a Carolina ed alle sue due socie Priscila Cotta e Vanja Sao Jose di farla propria, trasformandola in un ambiente pronto ad accogliere i partecipanti per due mesi, fino al 18 luglio. “Celle di San Vito è il luogo perfetto per il nostro progetto – continua Bernardes – perché oltre ad essere un ambiente stimolante dal punto di vista naturalistico, ha una lunga storia alle spalle, che emerge da ogni pietra del paese, ed una cultura unica nel suo genere: quella Franco-provenzale, che può essere per tutti i partecipanti e per noi stesse, desiderose di conoscere le particolarità di ogni paese, opportunità di crescita e confronto”. Ed è proprio durante uno di questi viaggi in giro per il mondo che le tre brasiliane si sono conosciute: accomunate dalla passione per il giornalismo, per i progetti sociali, le pubbliche relazioni e le comunicazioni digitali, Carolina, Priscila e Vanja non ci hanno messo poi molto a stringere amicizia e gettarsi a capofitto nel progetto di Carolina che ormai stava diventando sempre più un sogno comune. Open Oca è un progetto Open Source, sperimentale, gestito da volontari, che offre alla comunità locale che lo ospita ed ai partecipanti la possibilità di interagire con realtà diverse dalla propria, come per esempio, nel caso specifico di Celle, con la cultura franco-provenzale, anche grazie alla presenza in loco di uno dei massimi conoscitori di tale lingua e cultura, nonché presidente dell’associazione culturale franco-provenzale di Puglia in Piemonte, Silvano Tangi. In modo particolare, la residenza del piccolo borgo dei Monti Dauni offre due tipi di sistemazione: stanze con letti in comune o due appartamenti separati. Inoltre sono previsti quattro spazi di lavoro: due collettivi e due individuali ed una biblioteca in comune.  “Quella di Celle è solo la prima edizione di Open Oca – conclude Carolina – ma noi non intendiamo fermarci: è già in programma, infatti, la costruzione temporanea di altre Open Ocas in paesi d’Asia e Africa. Anche noi avevamo messo in elenco nel famoso quadernino il nostro sogno: finalmente oggi lo abbiamo realizzato”.

Intervista alla responsabile del progetto, Carolina Bernarders,

a cura di

Leonarda Girardi, collaboratrice della redazione di Aria di Troia

video realizzato da Marco Balzano